Il cittadino medio non sa che privacy e anonimato sono due cose diverse


La privacy, da non confondere con la "riservatezza", possiamo descriverla come il potere di mantenere un segreto nei confronti della collettività. Ad esempio, per mantenere confidenziali comunicazioni, informazioni personali o transazioni.

La privacy, quindi, appartiene ai contenuti: a ciò che diciamo o facciamo.



L’anonimato invece appartiene all'identità.

Anonimo, dal greco "senza nome", significa non essere identificabile. Spesso l’anonimato serve proprio per rinunciare alla privacy.  Ad esempio, per diffondere pubblicamente la nostra opinione politica senza subire ripercussioni, così come per visitare siti web che potrebbero rivelare i nostri gusti sessuali.

In Rete, spesso e volentieri, parliamo di pseudoanonimato: una forma più leggera di anonimato che ci permette di comunicare con gli altri senza rilevare immediatamente la nostra identità (ad es. attraverso l'uso di nickname).

Una domanda comune del cittadino medio è: "come faccio a proteggere la mia identità e i miei dati?"

Esistono soluzioni tecnologiche che ci garantiscono buoni livelli di anonimato e strumenti per garantire la riservatezza delle comunicazioni, come la crittografia. Tuttavia è sempre bene ricordare che non esistono sistemi sicuri al 100% e molto dipende anche dalla tipologia dei dati e dal contesto in cui li stiamo usando.


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